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Channel: Commenti a: L’intervista. Veneziani: “L’identitarismo, la destra, la fondazione An e Marine Le Pen”
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Di: Fabio Andriola

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Caro Catilina,
bisogna stare attenti a certe derive “complottiste” così diffuse purtroppo nell’ambiente e in questo c’è anche la ragione di tante analisi – e conseguenti giudizi – sballati. Accame che “spalleggia” indirettamente An? “Area” che dava voce ad una corrente aennina per cui…; Veneziani che non può essere stato defenestrato dai vertici di An dalla direzione di “Italia settimanale” perché vent’anni dopo ha accettato di collaborare con la Fondazione An (che non è un partito ma, appunto, una fondazione in cui dovrebbero riconoscersi più anime di questo benedetto mondo di destra). Purtroppo e per fortuna, le cose sono sempre più complicate e restie ad essere perfettamente inglobate in un teorema perfetto e inattaccabile. E’ più facile che i conti non tornino piuttosto che il contrario: è una legge di vita.
A me sembra che come ogni altro grande partito Alleanza Nazionale sia stato un classico “partito contenitore”, capace o costretto a far convivere più anime, spesso in antitesi tra loro. Anche nel Msi era lo stesso come ben sai… E, si parva licet componere magnis, anche nel Fascismo era così e da subito o quasi… Le anime di An, che poi sono le varie anime della Destra, c’erano prima di Fiuggi e ci sono anche dopo la fine di An-partito. E si portano dietro il solito retaggio di valori e miti incapacitanti, di velleità e incapacità imprenditoriale, di miopia e ambizioni personali.
Quindi, pur concordando in buona parte nell’analisi sul passato e nello scetticismo di prospettiva, penso che una qualche apertura di credito possa essere fatta se non altro perché Marcello Veneziani è impegnato col suo nome e la sua storia a provare ad invertire la rotta. E comunque non è che il famoso “tesoretto” della Fondazione è l’unica opportunità possibile. Anzi, rischia di essere l’ennesima giustificazione per l’ennesimo fallimento, anzi per l’ennesimo mancato decollo di una qualunque iniziativa. Nel 2015, con le risorse che offrono le nuove tecnologie dove solo le nostre start-up? Perché nessuno ha pensato che 3-4-5-6 siti possano consorziarsi in qualche modo per fare massa? Perché non lo fanno anche le case editrici? Perché nessuno pensa a fare qualcosa nell’audiovisivo, facendo un po’ di controinformazione? Perché nessun circolo d’area pensa di mettersi d’accordo con altri circoli analoghi per una serie di iniziative concordate (es. cicli di conferenze, presentazioni di libri, corsi di aggiornamento culturale ecc. ecc.).E si potrebbe continuare all’infinito invece di stare a guardarsi l’ombelico e pensare a cosa ha fatto o non ha fatto o non farà An. Le cose devono e possono partire dal basso e non dall’alto: ci vorrebbe molto meno – in termini economici ma anche organizzativi – di quanto si possa pensare. Ma l’unica cosa che non si può inventare è la volontà. Quella volontà che fece nascere “Italia settimanale” senza appoggi dell’allora MSI e con l’aperto boicottaggio di buona parte dei vertici dell’allora neonata An (Generale e colonnelli, il territorio era spesso un’altra cosa) che prima di soffocare la creatura diedero come viatico solo un ambiguo “Non vi ostacoleremo” (citazione testuale). Non avendo dormito sotto lo stesso tetto con Rossi non so ovviamente molte cose … (battuta) ma posso confermare che la defenestrazione di Veneziani da Italia settimanale ha la firma di alcuni colonnelli all’epoca ben lungi dall’essere in rotta con il leader massimo anzi suoi fedelissimi. E come lo so io lo sanno anche altri, non è un segreto. Visto che alcune conoscenze sono comuni perché non chiedi anche a loro?
Cordialità

Fabio Andriola


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